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giovedì 14 febbraio 2019

Allium ursinum L. Aglio orsino

Per noi di La Bottega Selvatica l'aglio orsino è l'imperatore degli agli selvatici. L'erba con la quale ci auspichiamo sempre di imbatterci ad ogni uscita per boschi e che puntualmente non tarda a presentarsi per donarci gioia.
E' una pianta erbacea perenne del genere Allium che oggi appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae (vecchia classificazione fam. Lilliaceae).


I suoi nomi italiani più comuni sono - Aglio orsini, Aglio ursino, Aglio dei boschi - Altri nomi per regione: Aglio orsino (Italia), Aglio orsino (Toscana),Aglio ursino (Italia), Aglio ursino dell'Ucraina (Italia), Aì de can (Veneto, Treviso, Belluno), Cipudda di serpi (Sicilia), Strozzagallìn (Piemonte, Mendrisio)

Abbiamo scritto sulla nostra perplessità riguardo ai significati attribuiti al suo nome.
Puoi leggere in questa scheda ---->QUI  

Distribuzione Allium ursinum var. usinum
Allium ursinum var. ucrainicum
Fonte / Source:
Portale della Flora d'Italia / Portal to the Flora of Italy
In Italia la sua presenza è riscontrata nei boschi di latifoglie, in tutte le regioni ad accezione della Sardegna.
La sua crescita è distribuita dal livello del mare fino agli 800 metri. In Sicilia è possibile trovarlo fino ai 1500 metri. E' un aglio che si sviluppa nelle zone umide ed ombrose dei boschi, sulle rive dei fiumi e dei laghi. Con le sue foglie può ricoprire a manto grandi estensioni per migliaia di metri. E' infestante e ha dalle capacità diserbanti nei confronti di tantissime specie di piante.  E' un'erba da raccogliere con le adeguate attenzioni in quanto la persona inesperta, essendo carente delle necessarie conoscenze, può confonderlo con specie tossiche e mortali. Tra le più comuni confusioni registrate in Italia, che hanno avuto anche esiti mortali, abbiamo quella con il Colchichium autumnalis e la Convallaria majalis.
Abbiamo illustrato le differenze tra queste tre erbe in --->QUI.

DESCRIZIONE
Il bulbo dell'aglio orsino è bianco, di forma allungata e rivestito di veli biancastri. E' l'organo perennante dal quale la pianta, nel periodo vegetativo, emerge dal suolo senza un vero e proprio stelo. Infatti, in primavera, il bulbo produce un gambo che giunge fino alla superfice e da questo si dipartono le foglie. Ad ogni nuova rinascita, il vecchio bulbo trasferisce le sue sostanze alla parte vegetante cambiando colore ed appassendo, lasciando le giovani piantine produrne uno nuovo e più grosso al termine del ciclo riproduttivo. I bulbi più maturi possono arrivare a misurare fino a 10 centimetri di lunghezza. 


Le foglie si dipartono dal livello del suolo, hanno un piccolo picciolo e sono di forma ovata elliticca. Esse non sono inguainanti la base, come in molte altre specie di Allium.
Ogni piantina produce 2 grandi foglie e alcune avvolte anche 3, di lunghezza variabile tra i 10 e i 25 cm.
Stropicciando la foglia si può sentire il caratteristico odore di aglio che distintamente aiuta a riconoscerne il genere di appartenenza. 

I fiori si formano in cima allo scapo fiorale a sezione triangolare, alto fino a 30 centimetri. Esso emerge dalla base del bulbo e si dirige verso l'alto emergendo dal suolo e superando in altezza le foglie. Le infiorescenze dapprima sono racchiuse dentro una spata bianca con tonalità verdi.  A maturazione si apre, lasciando uscire i fiori riuniti ad ombrella, di numero variabile da 6 a 20, che rimangono eretti fino a maturazione, molto profumati ed ermafroditi. Ogni fiore è composto da 6 tepali di colore bianco più lunghi degli stami e con peduncolo lungo 2 centimetri. La fioritura è tra  aprile e maggio.

Il frutto è composto da una capsula a tre lobi che alla fine del suo sviluppo si apre completamente lungo le suture dorsali, lasciando cadere i semi sul suolo.


Lo scopo di questo articolo è puramente informativo e non è quindi destinato a fornire consigli alimentari, medici, diagnosi o trattamento.


È pianta commestibile e il suo gusto è di aglio deciso con note peculiari particolarissime.

A patto di saper riconoscere la specie e le sue parti, può essere usato fresco durante tutto l'anno, in quanto si puo raccogliere allo stadio di solo bulbo, di foglie e di fiori.
L'intera pianta può essere usata in cucina sostituendo agevolmente l'uso dell'aglio comune (Allium sativum).


Dato il suo sapore gustoso ma meno aggressivo dell'aglio comune, come quasi tutti gli aglietti selvatici, è molto digeribile. Dell'aglio orsino si possono usare le foglie per preparare delle salse, come il pesto d'aglio selvatico per condire pasta, ravioli, carni e pesci.
Con i bulbi si può preparare la bagna caöda (vedi foto sotto), le bruschette d'aglio, il salmorigano per il pesce.
Con i fiori si può preparare un ottimo tempura da servire con fermentati salati, dare gusto alle minestre, condire insalate e misticanze, offrendo anche il loro lato coreografico nelle portate.

Questa specie va ad arricchire l'elenco delle specie indigene italiane utili alla creazione di foodforest e progetti di permacultura sul nostro territorio, senza incorrere nel rischio di inquinamento biologico dato dall'uso di specie "aliene". E' presente su quasi tutto il continente europeo e si estende verso l'asia.  E' specie forte ed invasiva in habitat ottimale, ovvero nel sottobosco di latifoglie dove domina l'ombra e il terreno è umido e tendenzialmente calcareo (ricco di carbonato di calcio).
E' possibile utilizzare questa specie per mantenere il sottobosco pulito, funge da diserbante come già sperimentato al Palazzo reale di Monza.
"...È stato voluto nei Giardini e nel Parco dagli Asburgo quando la Villa Reale era la 'casa di campagna' di Ferdinando, figlio dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, per la sua particolarità di essere un'erba tappezzante e di facile manutenzione. Un modo per evitare le piante infestanti ed avere un bel colpo d'occhio... " Fonte


Coltivazione
Trapiantate i bulbi o le piantine singolarmente oppure a gruppi di 3 bulbi o più e distanziando a circa 5 cm un gruppo dall'altro e ad una profondità di 10 cm. Il luogo per un esposizione eccellente deve essere simile a quello di un sottobosco umido, dove le future piantine prenderanno la luce diretta del sole per brevissimi periodi e soprattutto lontani dai momenti di massimo calore. La terra che le ospiterà deve essere sempre umida ma senza ristagni. La densità per metro quadrato è di circa 100 bulbi o piantine.
In natura il luogo ideale è il sottobosco o le rive in ombra dei fiumi. Se queste condizioni sono rispettate e il luogo ha queste caratteristiche, la coltivazione si può effettuare lasciando alle piogge il compito dell'irrigazione. Ovviamente si può coltivare in vaso rispettando le necessità basilari della pianta descritte sopra tenendo bagnato il terriccio con irrigazioni manuali.
E' un'erbacea estremamente resistente al freddo e i suoi bulbi non temono le gelate ed una  temperatura fino a -15C°.
Potrebbero interessarti anche le nostre schede su Aglio triquetro selvatico e Aglio pelosetto selvatico.

Ti abbiamo indicato i caratteri più importanti per riconoscere questa specie. Se nonostante ciò non riesci a trovarlo ma sei interessato a ricevere i bulbi di Allium ursinum vai a questa pagina 
oppure
scrivici su labottegaselvatica@libero.it 




Fonti: 
Portale della Flora d'Italia http://dryades.units.it/floritaly
Coltivazione dell'aglio orsino: https://labottegaselvatica.wixsite.com/aglioorsinoselvatico/coltivazione-aglio-orsino
La Bottega Selvatica Blog: https://labottegaselvatica.blogspot.com/p/indice-blog.html

Articolo originale di La Bottega Selvatica. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons

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