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domenica 27 novembre 2016

Un colore diverso per le feste

Siamo stati abituati a vivere il periodo delle festività invernali come occasione, tra le altre cose, di scambio di regali. Siamo stati abituati anche a vedere i prezzi dimezzarsi subito dopo.
Noi abbiamo scelto di adottare una filosofia diversa: se sceglierete di acquistare le nostre sciarpe in questo periodo, avrete la possibilità di averle ad un prezzo inferiore PRIMA e non dopo: da oggi fino al 15 gennaio le nostre sciarpe in ECOPRINT saranno in vendita al prezzo di euro 35,00 anziché 45,00 (spedizione inclusa).
Ci auguriamo che questa sia per voi un'occasione per fare un regalo originale e di qualità ad un prezzo accessibile e nello stesso tempo incentivare la nostra piccola attività artigianale che conduciamo secondo i nostri valori che speriamo siano anche i vostri. http://apluintira.wixsite.com/tessutiecoprint-lbs/i-nostri-modelli

Una grande riflessione sempre più attuale. (Articolo scritto nel 1974!!!) Goffredo Parise

Questo è un articolo di Goffredo Parise tratto dalla rubrica che lo scrittore tenne sul “Corriere della sera” dal 1974 al 1975. Si trova nell'antologia "Dobbiamo disobbedire", a cura di Silvio Perrella, edita da Adelphi. Questo articolo apparve il 30 giugno 1974

In fondo al post il video con la letura della sua lettera


«Questa volta non risponderò ad personam, parlerò a tutti, in particolare però a quei lettori che mi hanno aspramente rimproverato due mie frasi: «I poveri hanno sempre ragione», scritta alcuni mesi fa, e quest’altra: «il rimedio è la povertà. Tornare indietro? Sì, tornare indietro», scritta nel mio ultimo articolo.

Per la prima volta hanno scritto che sono “un comunista”, per la seconda alcuni lettori di sinistra mi accusano di fare il gioco dei ricchi e se la prendono con me per il mio odio per i consumi. Dicono che anche le classi meno abbienti hanno il diritto di “consumare”.

Lettori, chiamiamoli così, di destra, usano la seguente logica: senza consumi non c’è produzione, senza produzione disoccupazione e disastro economico. Da una parte e dall’altra, per ragioni demagogiche o pseudo-economiche, tutti sono d’accordo nel dire che il consumo è benessere, e io rispondo loro con il titolo di questo articolo.

Il nostro paese si è abituato a credere di essere (non ad essere) troppo ricco. A tutti i livelli sociali, perché i consumi e gli sprechi livellano e le distinzioni sociali scompaiono, e così il senso più profondo e storico di “classe”. Noi non consumiamo soltanto, in modo ossessivo: noi ci comportiamo come degli affamati nevrotici che si gettano sul cibo (i consumi) in modo nauseante. Lo spettacolo dei ristoranti di massa (specie in provincia) è insopportabile. La quantità di cibo è enorme, altro che aumenti dei prezzi. La nostra “ideologia” nazionale, specialmente nel Nord, è fatta di capannoni pieni di gente che si getta sul cibo. La crisi? Dove si vede la crisi? Le botteghe di stracci (abbigliamento) rigurgitano, se la benzina aumentasse fino a mille lire tutti la comprerebbero ugualmente. Si farebbero scioperi per poter pagare la benzina. Tutti i nostri ideali sembrano concentrati nell’acquisto insensato di oggetti e di cibo. Si parla già di accaparrare cibo e vestiti. Questo è oggi la nostra ideologia. E ora veniamo alla povertà.



Povertà non è miseria, come credono i miei obiettori di sinistra. Povertà non è “comunismo”, come credono i miei rozzi obiettori di destra.



Povertà è una ideologia, politica ed economica. Povertà è godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua. Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”.

Povertà vuol dire, soprattutto, rendersi esattamente conto (anche in senso economico) di ciò che si compra, del rapporto tra la qualità e il prezzo: cioè saper scegliere bene e minuziosamente ciò che si compra perché necessario, conoscere la qualità, la materia di cui sono fatti gli oggetti necessari. Povertà vuol dire rifiutarsi di comprare robaccia, imbrogli, roba che non dura niente e non deve durare niente in omaggio alla sciocca legge della moda e del ricambio dei consumi per mantenere o aumentare la produzione.

Povertà è assaporare (non semplicemente ingurgitare in modo nevroticamente obbediente) un cibo: il pane, l’olio, il pomodoro, la pasta, il vino, che sono i prodotti del nostro paese; imparando a conoscere questi prodotti si impara anche a distinguere gli imbrogli e a protestare, a rifiutare. Povertà significa, insomma, educazione elementare delle cose che ci sono utili e anche dilettevoli alla vita. Moltissime persone non sanno più distinguere la lana dal nylon, il lino dal cotone, il vitello dal manzo, un cretino da un intelligente, un simpatico da un antipatico perché la nostra sola cultura è l’uniformità piatta e fantomatica dei volti e delle voci e del linguaggio televisivi. Tutto il nostro paese, che fu agricolo e artigiano (cioè colto), non sa più distinguere nulla, non ha educazione elementare delle cose perché non ha più povertà.

Il nostro paese compra e basta. Si fida in modo idiota di Carosello (vedi Carosello e poi vai a letto, è la nostra preghiera serale) e non dei propri occhi, della propria mente, del proprio palato, delle proprie mani e del proprio denaro. Il nostra paese è un solo grande mercato di nevrotici tutti uguali, poveri e ricchi, che comprano, comprano, senza conoscere nulla, e poi buttano via e poi ricomprano. Il denaro non è più uno strumento economico, necessario a comprare o a vendere cose utili alla vita, uno strumento da usare con parsimonia e avarizia. No, è qualcosa di astratto e di religioso al tempo stesso, un fine, una investitura, come dire: ho denaro, per comprare roba, come sono bravo, come è riuscita la mia vita, questo denaro deve aumentare, deve cascare dal cielo o dalle banche che fino a ieri lo prestavano in un vortice di mutui (un tempo chiamati debiti) che danno l’illusione della ricchezza e invece sono schiavitù. Il nostro paese è pieno di gente tutta contenta di contrarre debiti perché la lira si svaluta e dunque i debiti costeranno meno col passare degli anni.

Il nostro paese è un’enorme bottega di stracci non necessari (perché sono stracci che vanno di moda), costosissimi e obbligatori. Si mettano bene in testa gli obiettori di sinistra e di destra, gli “etichettati” che etichettano, e che mi scrivono in termini linguistici assolutamente identici, che lo stesso vale per le ideologie. Mai si è avuto tanto spreco di questa parola, ridotta per mancanza di azione ideologica non soltanto a pura fonia, a flatus vocis ma, anche quella, a oggetto di consumo superfluo.



I giovani “comprano” ideologia al mercato degli stracci ideologici così come comprano blue jeans al mercato degli stracci sociologici (cioè per obbligo, per dittatura sociale). I ragazzi non conoscono più niente, non conoscono la qualità delle cose necessarie alla vita perché i loro padri l’hanno voluta disprezzare nell’euforia del benessere. I ragazzi sanno che a una certa età (la loro) esistono obblighi sociali e ideologici a cui, naturalmente, è obbligo obbedire, non importa quale sia la loro “qualità”, la loro necessità reale, importa la loro diffusione. Ha ragione Pasolini quando parla di nuovo fascismo senza storia. Esiste, nel nauseante mercato del superfluo, anche lo snobismo ideologico e politico (c’è di tutto, vedi l’estremismo) che viene servito e pubblicizzato come l’élite, come la differenza e differenziazione dal mercato ideologico di massa rappresentato dai partiti tradizionali al governo e all’opposizione. L’obbligo mondano impone la boutique ideologica e politica, i gruppuscoli, queste cretinerie da Francia 1968, data di nascita del grand marché aux puces ideologico e politico di questi anni. Oggi, i più snob tra questi, sono dei criminali indifferenziati, poveri e disperati figli del consumo.



La povertà è il contrario di tutto questo: è conoscere le cose per necessità. So di cadere in eresia per la massa ovina dei consumatori di tutto dicendo che povertà è anche salute fisica ed espressione di se stessi e libertà e, in una parola, piacere estetico. Comprare un oggetto perché la qualità della sua materia, la sua forma nello spazio, ci emoziona.



Per le ideologie vale la stessa regola. Scegliere una ideologia perché è più bella (oltre che più “corretta”, come dice la linguistica del mercato degli stracci linguistici). Anzi, bella perché giusta e giusta perché conosciuta nella sua qualità reale. La divisa dell’Armata Rossa disegnata da Trotzky nel 1917, l’enorme cappotto di lana di pecora grigioverde, spesso come il feltro, con il berretto a punta e la rozza stella di panno rosso cucita a mano in fronte, non soltanto era giusta (allora) e rivoluzionaria e popolare, era anche bella come non lo è stata nessuna divisa militare sovietica. Perché era povera e necessaria. La povertà, infine, si cominci a impararlo, è un segno distintivo infinitamente più ricco, oggi, della ricchezza. Ma non mettiamola sul mercato anche quella, come i blue jeans con le pezze sul sedere che costano un sacco di soldi. Teniamola come un bene personale, una proprietà privata, appunto una ricchezza, un capitale: il solo capitale nazionale che ormai, ne sono profondamente convinto, salverà il nostro paese».



Fonte: http://www.globalist.it/culture/articolo/77560/il-rimedio--la-povert.html

Articolo originale di La Bottega Selvatica. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons

lunedì 10 ottobre 2016

Sciarpe stampate tecnica ecoprint






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lunedì 26 settembre 2016

Recensione Libro "Mycelium Running How Mushrooms Can Help Save the World" di Paul Stamets

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Se la coltivazione dei funghi ha preso piede tra le vostre curiosità allora siamo sicuri che in questa recensione scoprirete un autore veramente singolare ed interessante che propone l'uso dei funghi nella Permacultura. Dei suoi libri non esistono, purtroppo, traduzioni italiane, per cui l'aspirante funghicoltore che è in voi dovrà fare appello alle proprie conoscenze della lingua inglese (l'aiuto di un buon vocabolario può essere fondamentale!) per poter attingere a un bagaglio di conoscenze fondamentali che potranno farvi innamorare ancora di più del fantastico regno dei funghi. Ciò che imparerete varrà sicuramente lo sforzo necessario per superare l'ostacolo. 
Paul Stamets, è il ricercatore di micologia più conosciuto al mondo grazie alle sue pubblicazioni scientifiche. E' autore di diversi libri di divulgazione tecnica sulla coltivazione dei funghi, sul loro uso come mezzo biotecnologico e sulla micoterapia. E' diventato il punto di riferimento della funghicoltura internazionale. Ha ricevuto consensi a livello planetario per ciò che ha trasmesso sulla conoscenza dei funghi, rivoluzionando moltissime tecniche di coltivazione a seguito delle sue scoperte. Invitato più di una volta al TED (Organizzazione statunitense che promuove le idee più geniali nei vari campi dello sviluppo umano) ha catturato l'immaginario collettivo grazie ai suoi studi, scoperte e proposte innovative. Ha coniato e diffuso nuove parole come "Micoristorazione", "Micoriforestazione", "Micorimediazione", "Micopesticidi", "Micofiltrazione" per definire le tecniche da lui messe a punto in oltre 30 anni di ricerca e osservazione dei funghi, alla cui base c'è l'uso del micelio di specifici miceti, per risanare l'ambiente avvelenato da innumerevoli sostanze inquinanti frutto del consumismo e per migliorare la salute umana e dell'ecosistema "terra". Per grado di importanza, il primo dei libri di Paul Stamets che vogliamo consigliarvi si intitola "-Mycelium Running- How mushrooms can save the world" ("Mycelium running - come i fughi possono aiutare a salvare il mondo"). Questo libro è una raccolta di conoscenze e intuizioni che porteranno il lettore ad innamorarsi dei funghi, mostrandogli da vicino il ruolo di questi nell'ambiente e del potenziale nascosto di cui può usufruire alleandosi con loro, sfruttando in maniera ecologica e sostenibile i loro meccanismi. 
Proprio come scritto nel sottotitolo del libro, "How Mushroom Can Help Save The World" ovvero, "Come i funghi possono aiutare a salvare il mondo", il testo mette a disposizione del lettore idee e tecniche per utilizzare i funghi nel campo della micoterapia, nella bonifica dei suoli e delle fattorie, nella filtrazione dell'acqua ("Micofiltrazione"), nel loro uso come pesticidi naturali contro i principali insetti invasivi ("funghi entomopatogeni"), includendo anche i parassiti delle api come la Varroa destructor, nella conoscociazione fungo/pianta negli orti e negli alberi, e molto altro.. Il primo capitolo apre con una riflessione molto interessante: i funghi sono quegli esseri che connettono per natura il regno animale con quello minerale. "Il micelio è l'internet biologica-naturale attraverso cui tutto l'ambiente scambia informazioni attraverso reazioni molecolari enzimatiche e tutti gli esseri viventi si interfacciano con esso, dalle foglie agli animali. Questa è la caratteristica dei funghi." "I funghi sono le piccole industrie farmaceutiche naturali del pianeta terra." (Cit.). 
Estremamente ricco di schede e dati, il libro fornisce tutte le ricerche effettuate negli ultimi 30 anni di studio, riportando elenchi di specie molto esaustivi, alcune delle quali riportano le rispettive capacità filtranti o disgreganti di molti inquinanti tra cui petrolio, polvere da sparo, cesio, arsenico, mercurio, ecc. Stamets illustra i risultati ottenuti in laboratorio relativi all'attività di contrasto su specifici organismi presenti nel suolo come Escherichia coli, Nematodi, ecc., nonché sulle proprietà terapeutiche utili a combattere le principali malattie che affliggono l'uomo (di origine virale, batterica, micotica, tumorale, ecc). Questa enorme mole di dati è corredata da spiegazioni e dimostrazioni, ricche di fotografie, che illustrano le tecniche di base per la riproduzione del micelio. Viene descritto come coltivare i funghi su paglia o sterco, su rami e tronchi per utilizzarli in base alle loro potenti proprietà e caratteristiche, per la cura personale, la cura dell'ambiente, l'alimentazione, la protezione degli allevamenti o delle colture orticole ed arboree o semplicemente per la produzione di supercompost da usare nelle coltivazioni. Infine il libro mostra come coltivare ciclicamente i funghi durante tutto l'arco dell'anno spiegando la subsequenzialità di alcune specie medicinali e commestibili di pregio che meglio si adattano al clima durante le varie finestre di tempo che separano le stagioni. Se questo libro apre la finestra conoscitiva sul mondo dei funghi, un altro grande libro di Paul Stamets ,"Growing Gourmet and Medicinal Mushroom" (GG and MM), sarà la vostra bibbia per mettere in piedi un vero e proprio laboratorio, in cui troverete tutte le tecniche e le regole necessarie per produrre autonomamente il micelio partendo da funghi prelevati in natura. 
Sia per chi si occupa di permacultura, sia per chi è semplicemente interessato all'autoproduzione di funghi commestibili e/o medicinali, "Mycelium Running" aprirà il cuore verso una nuova maniera di vedere la micologia e il mondo sotterraneo ed invisibile su cui viviamo, e "Growing Gourmet and Medicinal Mushroom" permetterà, di mettere in opera tutte le nozioni apprese sui vantaggi di una sana alleanza con i funghi. 
Comprendete cosa possono fare i funghi per salvare il pianeta, decidete quali vi servono ed usateli. 
Siete pronti ad "infugarvi"?

Scritto da La Bottega Selvatica





Guardatevi questo illuminante video di Paul Stamets in cui presenta alcune delle tematiche trattate nel suo libro Mycelium Running.
Un video semplicemente fantastico!!!

-Sottotitolato in lingua italiana-

Mycelium Running Mycelium Running
How Mushrooms Can Help Save the World
Paul Stamets

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lunedì 29 agosto 2016

Recensione libro “La Salute dalla Farmacia del Signore” di Maria Treben

Un libro che da anni è per noi punto di riferimento e fonte di preziosi consigli e indicazioni sull'uso delle piante spontanee curative. 
L'autrice, nata all'inizio del secolo scorso, non vanta diplomi o lauree in medicina, farmacia o erboristeria, ma mette a disposizione di tutti la sua conoscenza acquisita nel corso di molti anni attraverso l'esperienza diretta su di sé e sulle numerose persone che ne hanno tratto grande beneficio. Conoscenza che deriva direttamente dalla tradizione, cosa che, a nostro avviso, è uno dei numerosi pregi di questo libro che si distingue tra i moltissimi altri sullo stesso argomento per chiarezza, facilità di consultazione e soprattutto perché le erbe di cui Maria Treben consiglia l'utilizzo sono tutte spontanee e presenti sul nostro territorio, ognuna delle quali è corredata da una scheda esplicativa molto chiara. Altrettanto chiara e di facile comprensione è la descrizione di tutti i diversi metodi di utilizzo delle erbe e preparati, (dai cataplasmi alle pomate, dagli olii agli impacchi, dai semicupi alle tinture madri ecc.)  che seguendo le sue indicazioni saremo in grado di preparare e applicare con le nostre mani a casa nostra.
Buona parte del libro è costituita da un esaustivo elenco in ordine alfabetico della maggior parte dei disturbi e delle malattie da cui possiamo essere colpiti con chiari rimandi ad una o più erbe indicate per risolverli.
Si tratta quindi di un testo che, a patto di seguirne correttamente le indicazioni, rende assolutamente autonomi nella gestione della propria salute: a partire dalle materie prime, ovvero le erbe selvatiche, fino alle preparazioni più adatte ad ogni singolo disturbo. Tra le erbe indicate, la maggior parte sono facilmente reperibili ovunque (come ortica, tarassaco, piantaggine, equiseto) altre, pochissime, un po' meno (per es. aglio orsino o epilobio).
Tutto il libro è permeato da uno spirito di gratitudine e riconoscenza che ricorda molto quello tipico di popoli nativi di altre aree geografiche. Spirito che nasce da una visione della Natura e del nostro rapporto con Essa in cui ad un atteggiamento di dominio e sfruttamento, si sostituisce un approccio di tipo spirituale che si traduce in riconoscenza, rispetto, meraviglia, fiducia e connessione.
Consigliamo assolutamente e con convinzione questo testo a chi desidera scoprire quanto sono preziose le erbe che vengono comunemente definite e considerate “erbacce”, le quali non costano nulla e sono facilmente reperibili nei luoghi in cui viviamo; a chi non si lascia irretire dalle pubblicità di mille prodotti erboristici a base delle più esotiche piante trattate e incapsulate (e ben più costose); a chi aspira ad avere cura di sé in maniera autonoma e ricorrendo a ciò che la Natura offre “così com'è”, senza manipolazioni o forzature da parte dell'uomo.

Scritto da La Bottega Selvatica

La Salute dalla Farmacia del Signore La Salute dalla Farmacia del Signore
Erbe medicinali: consigli ed esperienze
Maria Treben

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venerdì 19 agosto 2016

Coltivare l'aglio orsino permacultura

Vademecum per la coltivazione dell'aglio degli orsi selvatico "Allium ursinum" nei progetti di permacoltura.
Pochi e semplicissimi accorgimenti per riuscire a coltivarlo trapiantando i bulbi raccolti in natura 100%SELVATICO


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