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mercoledì 30 gennaio 2019

Allium triquetrum L. Aglio selvatico

Tra tutti gli aglietti selvatici che popolano il territorio italiano, l'aglio triquetro ( in latino Allium triquetrum ) è tra i più diffusi.
E' una pianta erbacea perenne del genere Allium che oggi appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae (vecchia classificazione fam. Lilliaceae).


I suoi nomi italiani più comuni sono - Aglio trigono, Aglio triquetro, Aglio angolare, Aglio
triangolare, Aglio selvatico -
Altri nomi per regione: Agghialora (Sicilia, Palermo), Agghiu de biscia (Liguria, Cogorno), Agieddu
sarvagiu (Sicilia, Etna), Aglio angolare (Toscana), Aglio triangolo (Toscana), Aglio triquetro
Distribuzione Allium triquetrum
Fonte / Source:
Portale della Flora d'Italia / Portal to the Flora of Italy
http://dryades.units.it/floritaly
(Italia), Appara (Sardegna, Alghero), Lacciula (Liguria, Cogorno), Porro salvatico (Toscana), Prazziziddi (Sicilia, Etna), Sciammoe (Liguria, Portofino).

In Italia, la sua presenza è riscontrata nella fascia mediterranea, dalla Liguria alle isole maggiori.
La sua crescita è distribuita dal livello del mare fino ai 600 metri. E' un aglio che si sviluppa nelle zone umide ed ombrose come boschi e rive. È comune trovarlo alla base dei muri a secco o delle roccie e nei suoli scoscesi con esposizione verso nord.

DESCRIZIONE
Il bulbo bianco e di forma allungata è l'organo perennante dal quale la pianta, nel periodo vegetativo, emerge dal suolo attraverso uno stelo a sezione triangolare, da cui la specie prende il nome A. triquetrum. Ad ogni nuova rinascita, il vecchio bulbo trasferisce le sue sostanze alla parte vegetante cambiando colore ed appassendo, lasciando le giovani piantine produrne uno nuovo e più grosso al termine del ciclo riproduttivo.


Le foglie, più lunghe dello scapo fiorale, sono inguainanti lo stelo, nastriformi e carenate nella pagina inferiore.
Le prime che compaiono sono più lunghe di quelle che accompagnano la formazione dei fiori. Superano i 30 centimetri di lunghezza e sono molto semplici da individuare tra le altre selvatiche con cui condivide l'habitat.

I fiori si formano in cima allo scapo fiorale, anch'esso a sezione triangolare, alto fino a 30 centimetri. Sono campanulati e di numero variabile da 3 a 15, eretti alla comparsa e poi penduli a maturazione. La particolare disposizione asimmetrica dei fiori è data dai peduncoli che hanno misura variabile. Molto profumati ed ermafroditi, ogni fiore è composto da 6 sepali petaloidi di colore bianco e medianamente attraversati da una striatura color verde che termina nel tratto finale del sepalo a forma di punta. La fioritura è tra dicembre ed aprile e si esprime con la formazione di una spata chiusa in cima allo scapo, che gonfiandosi si lacera permettendo ai fiori di completare il loro sviluppo.

Il frutto è composto da una capsula che alla fine del suo sviluppo si apre completamente lungo le
suture dorsali lasciando cadere i semi sul suolo.


Lo scopo di questo articolo è puramente informativo e non è quindi destinato a fornire consigli alimentari, medici, diagnosi o trattamento.


È pianta commestibile e il suo gusto è di aglio dolce.

A patto di saper riconoscere la specie e le sue parti, può essere usato fresco durante tutto l'anno, in quanto si puo raccogliere allo stadio di solo bulbo, di foglie e di fiori.
L'intera pianta può essere usata in cucina sostituendo agevolmente l'uso dell'aglio comune (Allium sativum).


Dato il suo sapore gustoso ma meno aggressivo dell'aglio comune, si possono usare le foglie per preparare delle salse, come il pesto d'aglio selvatico per condire pasta, ravioli, carni e pesci.
Con i bulbi si può preparare la bagna caöda, le bruschette d'aglio, il salmorigano per il pesce.
Con i fiori si può preparare un ottimo tempura (vedi foto sotto) da servire con fermentati salati, dare gusto alle minestre, condire insalate e misticanze offrendo anche il loro lato coreografico nelle portate.

Questa specie va ad arricchire l'elenco delle specie indigene italiane utili alla creazione di foodforest e progetti di permacultura sul nostro territorio senza incorrere nel rischio di inquinamento biologico dato dall'uso di specie "aliene". Nativa del bacino del mediterraneo, possiamo dire che la penisola italiana è anche la sua casa. E' specie forte ed invasiva se vengono soddisfatti i due requisiti fondamentali, ovvero ombra e terreno umido. Si adatta ad ogni terreno sia acido, neutro o alcalino.
Si può infatti ritrovare sporadicamente sulle rive dei fiumi e dei laghi ed è comune trovarla sui bordi delle stradine di campagna.


Coltivazione
Si può coltivare in vaso usando i bulbi o le piantine. Un terriccio mediamende concimato può andare bene. Distanziare i bulbi singoli o a gruppi (max 10 per gruppo) a 2-3 cm tra loro, interrandoli a circa 5 cm di profondità. La profondità di interramento delle piantine invece, varia in base alla lunghezza del gambo. Posizionare quindi le piantine ad una profondita tale da mantenere il tratto verde appena fuori dal terreno. Non tollerando i ristagni d'acqua è necessario aggiungere sul fondo del vaso del materiale inerte come cocci di terracotta o sassolini, per permettere al vaso di drenare l'acqua in eccesso raccolta durante le annaffiature manuali o le pioggie. Al nord Italia o a quote superiori a 600 metri sul livello del mare è opportuno spostare le piantine in luogo riparato dalle forti gelate nei periodi più freddi dell'anno. 
Potrebbero interessarti anche le nostre schede su Aglio orsino selvatico e Aglio pelosetto selvatico.



Ti abbiamo indicato i caratteri più importanti per riconoscere questa specie. Se nonostante ciò non riesci a trovarlo ma sei interessato a ricevere le piantine di Allium triquetrum visita il nostro sito 



Fonti:
Balkan ecology project  http://www.balkep.org/allium-triquetrum.html
Portale della Flora d'Italia http://dryades.units.it/floritaly



Articolo originale di La Bottega Selvatica. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons

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